domenica 24 maggio 2009

Solo, sotto la pergola del mio giardino, davanti a un atlante Netter

E così siamo arrivati alla sessione estiva... Un altro anno è passato e tante cose sono cambiate da quando per la prima volta sono salito sul 7.11, non posso fare a meno di pensarci. Sono qui, solo, sotto la pergola del mio giardino, davanti a un atlante Netter che tento di capire come funziona il sistema di moltiplicazione controcorrente del nefrone, e naturalmente la mente comincia a vagare nelle riflessioni più strane che nulla hanno a che fare con l'anatomia...

Certo che 2 anni fa qui sotto stavo preparando la maturità... Quanti pomeriggi, con Tommy, Paolo, Azzu, Sozzio e Ruzu a fare i problemi di Cecilia con dubbi successi... Ed ora? Ora sono qui, solo, sotto la pergola del mio giardino, davanti a un atlante Netter mentre penso a quanto sono cambiato io e quanto è cambiato il mondo intorno a me.
Sento che quei tempi ormai sono lontani, la spensieratezza e l'allegria con cui affrontavo le cose stanno lasciando spazio a un atteggiamento più cauto e riflessivo, una serietà che mi sorprende e mi fa stare anche un pò male, perchè mi sento come incompleto, non più me stesso...
Le battute escono si, ma non come una volta. Colgo i doppi sensi, ma non li sfrutto, lascio correre e non mi lancio più così spesso in show da buffone... Sarà mica l'università che mi stà facendo diventare grande? Boh... Sarà la solitudine? Forse... Non riesco a studiare in compagnia, mi perdo in chiacchiere... Se voglio andare avanti e continuare questa strada è questo che mi tocca subire. La solitudine. Dev'essere questo che mi spegne, la mancanza della gente. La mancanza degli amici. Quegli amici che ormai rivedo il venerdì o il sabato se va bene, che incrocio in treno per pochi secondi in cui devo esprimere una sintesi dell'affetto e del bene che gli voglio... Troppo poco, per uno come me che è capace di gettarsi in piscina con un costume da gorilla addosso, ma che per cavarsi un "ti voglio bene" per una persona vicina ha bisogno delle pinze. Vi vedo così poco, ed è naturale... Smessi gli scout, finito il liceo, i legami si fanno sempre più sottili. Anche le amicizie che consideravi certe, sicure, ora ti sembrano un filo di ragnatela... piccolo, resistente, ma pur sempre piccolo... e hai paura che si spezzi, per qualsiasi motivo...
Mi rendo conto anche che quando sono con voi, amici miei, non riesco a dare nemmeno il 20% di ciò che ero. Sarà la stanchezza. Sarà la maturità. Sarà che ora, tolto dal contesto goliardico degli scout o del liceo, la mia vita è così seria da richiedere anche da me un minimo di serietà...

... il mio cane passa irruento sotto il tavolo inseguendo una lucertola e mi riporta nel mondo reale. I pensieri si perdono nel rumore degli uccelli che cantano e delle api che ronzano intorno a me. Il Sole fa brillare ogni cosa fuori dalla pergola, e mi viene da sorridere pensando che ancora sono giovane, e che in fondo nulla è perduto... Che sono innamorato da 5 anni, che un sacco di persone mi vogliono bene e che il cammino è ancora lungo, posso farlo passare dove voglio io... basta volerlo...

1 commento:

Chimes of Freedom ha detto...

Molto spesso i pensieri, che escono così, senza una ragione particolare non necessitano nè di un qualche commento o confronto che sia.
Sono dialoghi con se stessi e niente più.
Ma dato che hai scritto cose che anch'io provo, molto, ma molto spesso, ho pensato di scriverti: ti capisco.

Non aggiungo nient'altro: mi rendo conto della metamorfosi di cui parli, è un po'la stessa che sento su di me.