Qualche anno fa all'ospedale di Siena era capobanda del dipartimento di Fisiologia un certo signor X. Egli si dilettava (sempre per il bene della scienza) a decerebrare felini per condurvi esperimenti sul sistema nervoso. La parte divertente del lavoro era la caccia dell'animale, che lo occupava ore ed ore. In pochi anni, la popolazione di gatti nella ridente città toscana si dimezzò come minimo, e comunque i pochi gatti rimasti erano ben chiusi nelle case, fuori dalla portata di questo bracconiere.


X si preparava a entrare nel suo laboratorio. La caccia era andata bene, c'era materiale per lavorare almeno una settimana. Quando alla porta di ingresso si presentò Y, furibondo. "Dov'è?! Dov'è quell'assassino?!?!" Urlò alla segretaria. "Scusi, ma cosa stà..." "Mi dica dov'è X, subito!". X assunse un aria solenne e si avvicinò. "Mi stava cercando?". Y si voltò e con occhi inniettati di sangue urlò "Ridammi il gatto di mia figlia, brutto £%#§ç&!!!!". Colto in fragrante, X fece per fiondarsi verso il laboratorio e chiudersi dentro, ma Y fu più rapido e lo agguantò, scatenando la rissa. Alla fine i due vennero divisi, Y entrò nel laboratorio e salvò il micio dal triste destino che incombeva sulla sua testolina baffuta.

Purtroppo lo stesso non è successo per altre migliaia di poveri gatti, ricci di mare, rane e calamari sterminati per il bene del progresso. E' grazie al loro sacrificio, se migliaia di esseri umani oggi sono ancora vivi. Però a loro nessuno ha mai dedicato un monumento, una targa, un memoriale, una via. Siamo proprio degli ingrati.